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L’ultima edizione del “Rapporto sulla competitività dei settori produttivi” pubblicato dall’Istat fornisce un’analisi dettagliata dello stato delle imprese italiane, sottolineando in particolare l’essenziale ruolo degli investimenti nelle tecnologie digitali per preservare la competitività e la produttività. Questo dodicesimo rapporto continua l’esplorazione iniziata lo scorso anno, esaminando gli impatti della pandemia di COVID-19 e della crisi energetica sull’ambiente produttivo del paese.
Integrando i dati dai registri ufficiali del 2021, dal Censimento permanente sulle imprese del 2022 e dalla survey sul clima di fiducia di dicembre 2023, l’Istat ha misurato gli effetti di recenti shock economici sulla struttura e sulle strategie delle aziende italiane. Il risultato più evidente è che le aziende con avanzate capacità digitali hanno mostrato una maggiore resilienza e una migliore capacità di gestire le sfide economiche, superando i limiti usualmente imposti dalla loro dimensione.
Secondo le ricerche di Osservatori.net, il 65% delle PMI italiane ha intensificato gli investimenti nel digitale, concentrando tali risorse prevalentemente su tecnologie fondamentali come software gestionali e applicazioni di collaborazione. Tuttavia, solo il 20% di queste aziende ha implementato progetti che includono tecnologie avanzate come big data, blockchain, intelligenza artificiale, realtà aumentata o virtuale.
In questo scenario, diventano fondamentali i bandi per la digitalizzazione delle PMI, i voucher digitali, i fondi del PNRR e il programma Transizione 5.0 per stimolare l’innovazione e la competitività.
Vediamo nel dettaglio quali sono e come accedervi.
Il piano Transizione 5.0, annunciato il 2 marzo 2024, è frutto delle negoziazioni tra la Commissione Europea e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Dotato di un fondo di 6,3 miliardi di euro, il programma si propone di promuovere la trasformazione digitale ed energetica delle aziende. Le agevolazioni previste, sotto forma di credito d’imposta, sono rivolte a nuovi investimenti che contribuiscono alla riduzione dei consumi energetici. Il piano include spese ammissibili per l’acquisto di software, sistemi, piattaforme e per la formazione del personale, mirando a un continuo miglioramento dell’efficienza energetica e della produttività aziendale.
Il Fondo Regionale per la Crescita della Campania (FRC) non è un vero e proprio bandi per la digitalizzazione delle PMI, ma un meccanismo finanziario pensato per aiutare imprenditori e liberi professionisti campani, che vogliono innovare la propria attività. Il sostegno include un fondo perduto e un finanziamento agevolato a copertura del 100% delle spese ammissibili.
Il bando supporta iniziative che promuovono la digitalizzazione e l’Industria 4.0, con finanziamenti destinati a:
Le proposte devono mostrare un’evidente originalità e complessità progettuale, illustrando come l’impiego di tecnologie avanzate possa tradursi in un miglioramento sostanziale dei prodotti o dei processi produttivi.
Smart&Start Italia offre finanziamenti per piani d’impresa con spese che vanno da 100.000 euro a 1,5 milioni di euro, destinati all’acquisto di beni di investimento, servizi, personale e costi operativi aziendali.
Il progetto imprenditoriale deve soddisfare almeno uno dei seguenti requisiti:
Diversi bandi regionali offrono agevolazioni e fondi per la digitalizzazione. Eccone alcuni esempi:
Ci sono molte possibilità di finanziamento disponibili per le aziende italiane interessate a investire nella digitalizzazione. Attraverso l’uso di voucher digitali, bandi regionali, fondi del PNRR e i programmi Transizione 5.0, le imprese hanno l’opportunità di innovare, espandersi e aumentare la loro competitività sia sui mercati nazionali che internazionali.
Ma come si fa ad accedere a questi bandi per la digitalizzazione?
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