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Piano Transizione 5.0 operativo entro un mese

Piano transizione 5.0, l’Italia pronta al via.  L’annuncio proviene dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, durante l’assemblea generale di Federvini.Il ministro dichiara: “Sarà attuativo già alla fine di giugno, con 13 miliardi di crediti fiscali nell’ultimo trimestre di quest’anno e piena operatività nel 2025”. Si attendono il decreto e la circolare sulle modalità di accesso agli incentivi da parte delle imprese.

Il piano – spiega Urso – sarà avviato il prossimo mese. Transizione 5.0 rappresenta un’iniziativa unica in Europa che copre sia la transizione digitale che quella green, oltre alla formazione”.

Pianifichiamo di liberare 13 miliardi di euro di crediti fiscali già nell’ultimo trimestre di quest’anno, per raggiungere la piena efficienza nel 2025 – aggiunge il ministro –. Crediamo fermamente che i tratti distintivi del made in Italy, quali ‘il bello, il buono e il ben fatto’, siano essenziali. Queste tre dimensioni valorizzano la persona e la cura della persona attraverso l’alimentazione, l’abbigliamento e l’arredo. Sono questi gli elementi fondamentali del made in Italy che con la Transizione 5.0 aspiriamo a rendere sostenibili anche sul piano ambientale, economico-produttivo e sociale”.

Secondo quanto riportato da CorCom, il Mimit ha completato il decreto attuativo, che ora è in esame al Mef, e sta ultimando la circolare operativa che fornirà le direttive per l’accesso alle agevolazioni da parte delle imprese.

Piano Transizione 5.0, facciamo un recap 

Lanciato con il decreto Pnrr del Cdl in febbraio, il piano Transizione 5.0 supporta la transizione digitale e green delle imprese. L’iniziativa promuove gli investimenti in questi ambiti mediante un innovativo sistema di crediti d’imposta.

Il piano stanzia risorse per 6,3 miliardi di euro, ai quali si aggiungono i 6,4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio, totalizzando circa 13 miliardi per il biennio 2024-2025.

Le aziende beneficeranno di un credito d’imposta automatico, senza valutazioni preliminari o discriminazioni legate alle dimensioni, al settore o alla localizzazione. Verranno favoriti gli investimenti in beni materiali e immateriali che riducano i consumi energetici dell’unità produttiva di almeno il 3% (o il 5% se riferito al processo interessato).

Saranno altresì possibili investimenti in nuovi beni strumentali per l’auto-produzione di energia da fonti rinnovabili e spese per la formazione del personale, volte a rafforzare le competenze nelle tecnologie per la transizione digitale ed energetica. Il credito ottenuto potrà essere compensato presentando il modello F24 in un’unica soluzione. Eventuali eccedenze non compensate entro il 31 dicembre 2025 potranno essere dilazionate in cinque rate annuali uguali.

Industria 5.0, cos’è ?

Descritta dalla Commissione Europea come un “completamento dell’industria 4.0”, Industria 5.0 è una rivoluzione culturale che posiziona nuovamente l’industria al centro della società contemporanea, utilizzando tecnologie all’avanguardia e affrontando le problematiche socio-ambientali lasciate irrisolte dalla quarta rivoluzione industriale, quali disuguaglianze, inquinamento, minacce ai diritti fondamentali e alla democrazia.

Industria 5.0 promuove un modello di impresa basato sulla cooperazione uomo-macchina, mirato a valorizzare la produzione attraverso la creazione di prodotti personalizzati che rispondano alle esigenze dei consumatori rispettando l’ambiente. Questa evoluzione dell’Industria 4.0 si basa sull’accelerazione dello sviluppo di tecnologie avanzate, in particolare nei settori dell’Ict, AI e robotica, che conducono alla realizzazione di sistemi ciber-fisici e dispositivi IoT sempre più sofisticati.

Secondo l’Unione Europea, “Industria 5.0 può portare benefici significativi all’industria, ai lavoratori e alla società”, come evidenziato nel documento della Commissione “Industry 5.0: verso un’industria europea sostenibile, incentrata sull’umano e resiliente”.

Qual sarà L’impatto sulle aziende ?

Il nuovo modello di produzione industriale pone al centro l’approccio human centric, la sostenibilità e la resilienza.

L’approccio human centric implica l’utilizzo della tecnologia per adattare il processo produttivo alle necessità del lavoratore, garantendo che sistemi e piattaforme non compromettano i diritti fondamentali dei lavoratori né la loro dignità.

La sostenibilità si concentra sull’adozione di modelli di economia circolare e su una maggiore efficienza energetica, mentre la resilienza mira a sviluppare una maggiore robustezza nella produzione industriale e nelle infrastrutture critiche.

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